Era da un po’ di tempo che un piccolo desiderio girovagava nella mia mente, ma veniva continuamente riflettuto da pensieri maggiormente preponderanti, che sembravano costituire ostacoli alla sua realizzazione. La settimana scorsa, tuttavia, ho deciso che era stupido abbindolarmi ancora con il pensiero del desiderio: tanto valeva metterlo in pratica.

Dovremmo sempre realizzare i nostri sogni, da quelli più grandi ai quotidiani, che possiamo rendere realtà con pochi gesti.

Ciò che avevo in mente era di ricominciare a frequentare il corso di yoga.
Il mio primo approccio a questa pratica avvenne durante la scuola superiore: un mio professore organizzò un piccolo ciclo di lezioni introduttive alle pratiche che mi affascinò oltemodo, giacché presi subito l’occasione quando scoprii che un centro culturale non distante da casa mia ne offriva delle lezioni. Passai dunque tutto il “periodo buio” dell’anno (come lo chiamavano i druidi, corrispondente ai mesi autunno-invernali) a compiere esercizi in una piccola stanza circondata di specchi che riflettevano la luce dell’unica, piccola fonte di illuminazione: una candela sita in un angolo.
Quest’anno, molti impegni con l’università mi hanno impedito di ricominciare, ma ieri ho preso la decisione definitiva e sono tornato lì, in quella piccola saletta all’ultimo piano del centro culturale.

Ho notato immediatamente gli effetti della mancanza di pratica: i miei centri respiratori erano enormemente bloccati e mi sono meravigliato di come, nel caos della vita mondana, ciò possa essermi passato inosservato. Inoltre il mio corpo non era elastico e fluido come un tempo nell’eseguire le posture più complicate e la mia mente sembrava ribellarsi agli esercizi di meditazione, lottando per il diritto di pensare. Sarà solo questione di tempo, ma è qualcosa di cui non mi meraviglio: la formazione che posseggo mi spinge, in ogni istante della mia vita, a disegnare lunghi schemi all’interno della mia mente.

Ultimo evento degno di nota: durante la particolare meditazione finale ho visto un singolo occhio dall’iride incolore osservarmi, per poi socchiudersi e svanire. A me e solo a me le riflessioni in merito, ma una cosa è certa: avrei dovuto ricominciare molto prima. Sia questo un avvertimento per il futuro.

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