Non riesco a scrivere questo post. E’ inutile, credo di averci provato già una decina di volte. Sono abituato a scrivere e credo, con poca modestia, di riuscire a rendermi conto di quando qualcosa sta venendo fuori con una forma brutta o, semplicemente, diversa da quella che io volevo farle assumere: un po’ come se il signor Eiffel si fosse ritrovato con una piramide invece che una torre. Ecco allora che cancello e riscrivo per un paio di volte, prima di accartocciare virtualmente tutto e lasciar perdere.
Credo di sapere cosa sta succedendo: ciò che era la mia struttura interna sta subendo dei rapidi cambiamenti. Tutto ciò che avevo consolidato nel corso dell’anno scorso sta venendo messo in discussione, rimodellato e sta giungendo ad un nuovo stadio. Rileggendo i miei vecchi post, mi sono ritrovato a pensare che, ai tempi in cui li scrissi, non capivo nulla di quello di cui stavo parlando. O quasi.
Parlavo di amore, di luce, di cambiamenti e di energie, senza riuscire a capire che il primo, vero cuore fermo era il mio. Mi rifugiavo in una fortezza di ghiaccio, invisibile all’esterno ma palese a chi tentava di approssimarsi troppo. Me ne uscivo con frasi di un certo effetto, tutto rivestimento e niente anima, come lo ero io. Il mio cuore era pieno di paura e, in quanto tale, non era in grado di accettare l’amore che tanto predicavo. Mi fa male solo ammetterlo tramite queste poche righe non lette da nessuno, ma è così.
O meglio, lo era.
Ho trovato qualcuno in grado, senza esitamenti di sorta e con una sicurezza quasi disarmante per un animo da tanto tempo sulla difensiva, di sciogliere dolcemente quel ghiaccio e far tornare la luce. Non un bagliore abbagliante e improvviso, ma un flusso gentile come un raggio di sole che filtra gradualmente tra le dita.
Nessuno di noi ha paura di legarsi, ma soltanto di non riuscire a slegarsi. Era quella la paura di cui dovevo liberarmi, ma credo di esserci riuscito.
E il mondo non è mai stato così bello.