Il post che state per leggere ripropone la premessa che scrissi qualche mese fa per introdurre un racconto di tipo steampunk. Credo che rappresenti una lettura interessante, giacché in rete ho trovato davvero poche descrizioni che spieghino brevemente di cosa tratta questo genere narrativo.
Solo una piccola nota, prima di iniziare: ogni riproduzione del seguente testo deve includere il mio nome e dovrà essere preceduta dal mio consenso scritto (mandatemi una mail o semplicemente un tweet).


“L’opera che state per leggere trae i suoi maggiori spunti da un filone artistico, sia letterario che cinematografico, poco noto in Italia, seppur nel momento in cui si scrive esso stia lentamente uscendo dall’anonimato. Questo genere è noto come Steampunk e molti scrittori, nel corso degli anni, hanno tentato di tracciarne una descrizione esaustiva senza però riuscire a toccare che la superficie di quello che si scopre essere un vasto mondo.

Una delle mie definizioni preferite è la seguente: “l’atmosfera Steampunk narra di come sarebbe stato il passato se il futuro fosse accaduto prima”. Giocoforza di questo genere, infatti, è l’elemento anacronistico, spesso inserito in ambientazioni quali l’Inghilterra dell’Ottocento in piena rivoluzione industriale, terreno fertile per le nuove idee e per i possibili stravolgimenti tecnologici. Lo Steampunk narra di una scienza molto più sviluppata di quella realmente posseduta e in sé dipinge storie colme di macchine e ingranaggi mossi dalla forza del vapore, da cui il nome stesso.

http://fc08.deviantart.net/fs12/f/2006/339/5/8/Steampunk_Airship_Pilot__Det___by_homarusrex.jpgNoi viviamo in un’epoca minimalista, in cui il bello e funzionale è anche sinonimo di semplicità: la nostra tecnologia è dominata dall’elettricità e i nostri apparati e dispositivi sono sottoposti ad un’attenta opera di design per conferire loro un aspetto delicato, pulito e pratico. Nei racconti Steampunk, invece, le macchine che circondano l’uomo assumono fattezze grezze, sporche, rumorose: non si ha cura di nascondere gli ingranaggi e i componenti, di ridurre le emissioni di vapore, di lucidare le manopole di ottone o di conferire a tutto un aspetto meno traballante e ingombrante. E’ la magia di un’epoca immaginaria in cui l’uomo è troppo impegnato a correre dietro le sue idee per avere il tempo di perfezionare quelle precedenti, dove, parafrasando Nikola Tesla, l’intelletto umano è proiettato verso il miglioramento della sua condizione attraverso il dominio della mente sulla materia, sull’incanalamento delle forze naturali in favore del soddisfacimento dei suoi bisogni.

Come tutte le ere, reali o meno, anche questa ha le sue luci come le sue ombre, composte da tutto ciò che si sviluppa ai margini di una società esageratamente industriale, ma se così non fosse noi scrittori avremmo poco materiale su cui lavorare per creare le nostre opere.”

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