Credetemi o meno, ma all’età di otto anni dissi a mia madre: «Nella mia vita voglio pubblicare un libro». Chissà se, al tempo, fui preso sul serio!
Se avessi potuto vedere questa foto sei anni fa, quando iniziai a scrivere la storia del Prect en Rahkoon, sarei stato sopraffatto dalla commozione: in essa si riassumono tanti anni di sogni, fatiche, energie sottratte allo studio e notti quasi in bianco.
I lavori sono quasi ultimati: le bozze definitive sono in attesa della mia approvazione in seguito ad un paio di modifiche da me volute, quindi si procederà con la stampa. Ormai è questione di settimane.
Non credo vi siano parole sufficienti a spiegare ciò che sto provando adesso. Per questo mi limito a sorridere: forse sta finalmente arrivando il giorno che sogno da sempre.
Sappi che anche il solo essere arrivato a questo sta aiutando almeno un’altra persona oltre te, infondendole fiducia :)
Mi fa piacere sentirlo :)
Non so se leggerai questo commento ma ci provo comunque a scriverlo. Ho letto il tuo libro, l’ho terminato ieri dopo averlo divorato in appena 2 giorni di lettura. Non mi ero mai avvicinato al genere Fantasy, o almeno non fino a questo punto. Devo dire che per essere la tua prima opera è scritta bene, certo all’interno del libro c’è uno stacco netto tra la prima metà e la seconda, dove nella prima i viaggi sono fin troppo descritti, lunghi, e dettagliati, mentre nella seconda parte vanno un pò troppo di fretta, dando l’impressione al lettore (almeno a me) di una certa fretta e impasienza quasi a volerlo terminare il prima possibile. A parte questo ho trovato soltanto altri pochi difetti abbastanza “grossi” (ripeto, sempre dal mio punto di vista) non so se siano state scelte editoriali, o cos’altro però mi ha colpito trovarli visto la bellezza e la completezza in se del romanzo. Mi riferisco soprattutto alla “sfida finale” (chiamiamola così per non spoilerare) di Drakarn, davvero un peccato averla di fatto saltata. Così come non si capisce bene e non ci sono riferimenti al reale passaggio del tempo dopo essere usciti dai templi, arrivi alla fine che ancora davvero non hai capito quanto tempo sia passato da quando è cominciato tutto, e le sole parole di Orath che dicono a Nexos “è passato davvero tanto tempo” non bastano a farsi un idea precisa. A questo aggiungo la problematica relativa al fatto che Rashwe aveva fatto apparire loro come causa e per questo erano ricercati, ma in seguito agli eventi descritti nel libro (sempre per non spoilerare) non ci sono più spiegazioni e delucidazioni in merito al loro “perdono” da parte dei vari Baroni. Per il resto davvero piccole cose che non sto qui a dire. Spero in qualche maniera che nonostante la fine ci sia un seguito anche perchè sono proprio curioso di capire se e come sia possibile averlo. Il sottotitolo “terre di mezzo I” fa pensare di si, ma davvero sono curioso. Detto questo ti faccio tutti i miei complimenti più vivi per aver scritto un libro così bello alla prima “avventura” come scrittore. Mi ha trascinato con emozione e forza all’interno di quel mondo coinvolgendomi dall’inizio alla fine. Ho consigliato il tuo libro a molti amanti del genere che conosco, perchè davvero merita.
Ciao, Marco!
Ma è ovvio che il tuo commento verrà letto: il blog è qui per questo. Innanzitutto ti ringrazio veramente per il tuo commento: mi è giunta voce che vi era qualcuno che si era letto il libro in un paio di giorni e devo dire che ne ero rimasto impressionato, l’hai veramente divorato!
Le tue critiche sono costruttive e ne faccio tesoro. In effetti ho iniziato a scrivere questo libro quando avevo sedici anni e ne ho impiegati altri tre per portarlo alla sua conclusione, quindi è normale che lo stile sia variato leggermente mentre trovava il suo punto di assestamento. In ogni caso, ho da sempre pensato di dividere il romanzo in due grandi parti: quella precedente e quella successiva ai fatti che avvengono nelle Terre Inesplorate, dove la prima sarebbe dovuta servire quasi da introduzione, per far ambientare il lettore con i personaggi e il loro mondo, mentre la seconda parte sarebbe stata più incentrata sull’avventura, sulla corsa contro il tempo che questi stanno affrontando.
Per quanto riguarda un seguito… chissà! :P D’altronde, ho finito di scrivere questo libro parecchi anni fa e da allora non mi sono di certo fermato.
In ogni caso prendo nota di tutto ciò che mi hai detto e ti ringrazio ancora una volta, sia per il commento che per la lettura e il consiglio.
Ah quasi dimenticavo! Anche io sono un informatico anche se orientato più alla sistemistica che alla programmazione (in realtà faccio anche quello più spesso di quanto penso io stesso ma va bè). Al momento però sto lavorando su Android (Conversione, testing e relase di alcune Custom Rom) E mi occupo di Testing BugFix e assistenza sul Linux oltre a contribuire ad alcune distro. In oltre mi occupo dello studio profondo dei sistemi operativi. questo solo per dirti qualcosa di me visto che di fatto tra il tuo libro, e il tuo blog, ho scoperto molte cose di te! Anche per questo mi è sembrato strano un romanzo del genere scritto da un informatico (Sai come è di solito uno scrive milioni di righe di codice non di testo oltre ad avere una mente che giostra molto sul modo più semplice per arrivare ad una soluzione, mentre il libro ha una struttura ad anello) Quindi ancora più bravo!
Mi fa piacere sentirlo, sei un collega :D eh si, in effetti non sei la prima persona che me lo dice e che si stranizza. Come diceva un mio professore: “La programmazione è la via di mezzo tra arte e scienza” e forse proprio per questo riesco a maneggiarla :P
Inoltre sappi che ho letto il tuo precedente commento ma ho preferito non pubblicarlo causa spoiler, spero mi capirai :) se proprio vuoi saperlo, l’ambientazione e la trama sono stati creati da me, mentre gli amici che hanno partecipato al gioco di ruolo da tavola hanno messo l’anima dentro i personaggi. Stanno inoltre facendo un toto-personaggi preferiti, dovrò comunicare il passaggio in testa del giocatore di CristalEyes XD
Non temere per il seguito: forse ci vorrà un po’ di tempo, perché prima mi devo consolidare con questo primo romanzo, ma spero che quando verrà il momento lo apprezzerai.