Neon heart day-glow eyes
A city lit by fireflies
They’re advertising in the skies
For people like usAnd I miss you when you’re not around
I’m getting ready to leave the groundOh you look so beautiful tonight
In the city of blinding lights
Alle volte vorrei vivere tra le luci dei grattacieli che illuminano la città sottostante, vibrante di vita che scorre nella rete delle proprie strade, ad osservare il mondo sotto di me dietro il vetro di una finestra. Altre volte, invece, mi chiedo se riuscirei a vivere senza il profumo del vento.
Riuscirei a barattare, anche solo per poco tempo, la tranquillità di un’esistenza ai margini della città con una più frenetica, vissuta al ritmo di un grande cuore che segna il tempo di migliaia di persone al passo del proprio battito universale? Vivendo in una città tanto grande, diverrebbe più grande anche la mia visione della vita, del mondo, o finirei ristretto nella corrente che spinge la vita all’interno di quei palazzi? Verrei immerso in quella struttura, trovando in essa il mio complemento, o finirei per fuggire verso il tetto di uno di quei grattacieli, scappando dalle strade sormontate dal cemento, alla ricerca dell’aria, del cielo, del suono delle stelle?
E’ possibile respirare l’universo, anche ritrovandosi circondati dai mattoni?
I media fanno male. Come diceva Caparezza, proiettano un benessere artificiale che ci inducono in riflessioni di questo tipo. Almeno a me, perlomeno. Conoscevo già le risposte a tutte queste domande nel momento in cui le andavo scrivendo: non resisterei un giorno lontano da uno spazio aperto che mi permetta di inspirare direttamente la notte, pura e nuda. Ho passato gli ultimi venti minuti ad osservare le foglie ondeggiare sotto la brezza proveniente dal mare: una melodia lieve che sa di tranquillità, di eternità.
Anche se mi interrogo spesso a proposito, credo che il mio posto sia qui.