Sono qui, seduto sul balcone ad osservare il tramonto che si consuma: il sole è annegato oltre il mare e gli ultimi raggi si diffraggono contro le creste delle montagne, colorando d’arancio l’orizzonte. La chiesa vicina suona e la campana batte nove rintocchi, che riecheggiano nel silenzio sottostante: la scuola muta, i negozi chiusi, i lampioni della piazza che vanno accendendosi, i pochi passanti che rientrano a casa sotto l’aria frizzante dell’estate ormai alle porte.
Spesso mi ritrovo schiacciato sotto il peso di mille vite che non sto vivendo. Non che la mia non sia ricca e piena di soddisfazioni, non fraintendetemi: è solo che per svariati motivi continuo a desiderare di scorgere la magnificenza dell’esistenza, la totalità dell’essere umano anche da altri punti di vista. Forse è perché sono un lettore accanito, forse perché con altrettanta passione gioco di ruolo in tutte le sue forme, o forse è proprio il contrario: forse sono queste le mie valvole di sfogo, il mio mezzo per uscire dal mio punto di vista e per cercare di captare le infinite sfumature del mondo attraverso gli occhi di qualcun altro.
Ogni tanto mi ritrovo a pensare a cosa accadrebbe se mi lasciassi trascinare dal vortice della mondanità: vedo la corrente che scorre proprio sotto i miei piedi, la osservo affascinato e a volte un po’ intimorito, ma non compio mai il passo che mi porterebbe a bagnarmi con le sue acque luccicanti. Spesso mi domando come sarebbe, cosa cambierebe nella mia vita, cosa vi porterebbe e cosa vi sottrarrebbe. Altre volte mi sento sul punto di farlo. Poi penso a Dorian Gray: penso al suo animo nobile, alla sua innocenza mescolata con la sua curiosità per la vita, alla sua sete di mondanità, a cosa è giunto tuffandosi nella corrente. Vivere una vita senza costrizioni può sembrare attraente, in principio. Col tempo, però, che ne resterà? Non si rischia di cadere nello squallore di un’esistenza che si ripete mille volte, che consuma sè stessa, finché non si arriva a ricercare l’occasione per poter uscire dal vortice? E se, come per Dorian, fosse poi troppo tardi?
L’arte della scelta, dei punti di vista, della pluralità dell’esistenza: mille vite che si intersecano, nessuna uguale alle altre, cento anime distinte che sfociano nello stesso mare come gli affluenti del Nilo. E io, in tutto questo, dove sono?
Qua, di fronte al tramonto color arancio, alla ricerca di quella grande bellezza.